Scuola per la Vita Equilibrata: FAQ
Sintesi di un incontro di domande e risposte con un gruppo di genitori
Domanda: -In cosa si differenzia la vostra scuola da una scuola comune?
Risposta: -Dalla mia esperienza, avendo operato per molti anni nella scuola pubblica, posso dire che sono le qualità personali dell’insegnante, insieme alla sua preparazione, alla dedizione e all’amore che mette in ciò che fa, a fare la differenza. In questo senso, insegnanti appassionati e preparati, possono trovarsi in ogni tipo di scuola. Venendo alla nostra scuola Vita Equilibrata, essa è fondata su dei valori molto speciali, ha una pedagogia di riferimento che noi in prima persona viviamo. L’insegnante sa di essere un esempio che influenza il bambino, non solo sul piano culturale, ma anche e soprattutto su quello dei comportamenti e dei valori. Il genitore che la sceglie sa che potrà trovare veramente questa consapevolezza e questa ricerca costante. Due degli aspetti che caratterizzano la scuola direi che sono la convinzione che lo sviluppo personale e l’eccellenza nell’apprendimento possono andare insieme e che i bambini possono sperimentare la gioia di imparare.
D: Comunemente si pensa che imparare con gioia non sia possibile, come riuscite a farlo?
R.:Noi curiamo degli elementi spesso dimenticati. Uno è creare la connessione tra le materie e la vita, e i sentimenti e le emozioni, perché se questo avviene accadono miracoli. Ad esempio anni fa un bambino in genere estremamente agitato e turbato dalle sue stesse emozioni aveva scoperto che con gli esercizi di rilassamento e meditazione che insegniamo poteva diventare molto più sereno. Ad un tratto aveva scoperto che aveva dentro tante bellissime cose da dire, ma non sapeva come fare. È stato in quel momento che ha iniziato ad aprirsi nei laboratori di scrittura creativa che regolarmente tenevo in classe; poi abbiamo anche intervistato delle persone che usavano la scrittura nella vita, in particolare una poetessa e una scrittrice per l’infanzia. Da queste esperienze, unite alla guida personale costante, c’è stata fioritura meravigliosa del bambino, che ha iniziato a scrivere delle poesie stupende, che hanno ricevuto anche dei riconoscimenti. Questo ancora una volta mi ha fatto capire che bisogna cercare per ognuno la chiave giusta per far aprire il cuore, senza mettere inutili etichette che bloccano le risorse.
D.: Come si può lavorare con l’individuo in classi molto numerose?
R.: L’esperienza che ho appena raccontato è avvenuta in una classe numerosa, ma è molto difficile raggiungere il singolo, servono molta esperienza e dedizione. Ricordo che quando avevo classi di 24 bambini la sera a casa scrivevo un elenco dei bambini con cui ero riuscita a parlare informalmente quel giorno e programmavo l’elenco dei bambini con cui avrei parlato il giorno dopo… Quando la classe è numerosa devi avere una grande attenzione per far sì che in qualche modo non ti sfugga il contatto con alcuni bambini… parlo di un contatto personale, che fa crescere quella connessione tra il bambino e l’insegnante, quel senso di appartenenza e fiducia che poi fa sì che anche l’apprendimento passi più facilmente. Nella scuola Vita Equilibrata noi scegliamo di lavorare con gruppi contenuti numericamente. Naturalmente non basta avere pochi alunni per avere qualità, ma con il nostro sistema, che unisce il supporto personale ai metodi creativi per imparare, abbiamo sperimentato che non solo i bambini imparano meglio e con piacere, ma evolvono rapidamente nel carattere e questo è importante perché così le tendenze non positive del comportamento non si fossilizzano.
D.: Come lavorate con il singolo?
R.: Dedichiamo molta attenzione a conoscere ogni bambino, quali sono le sue potenzialità e quali le sfide, in modo che nessuno debba essere confinato in definizioni limitanti, che descrivono solo le difficoltà. Se un bambino si sente inadeguato, come può migliorare? Usiamo la carta psicologica di Yogananda per avere un quadro del bambino, e periodicamente rinnoviamo l’osservazione, per vedere le conquiste. Ognuno cresce partendo dal punto in cui si trova e, grazie al metodo e alla nostra esperienza, possiamo guidare individualmente ogni bambino a evolvere nei vari campi, cercando di non far perdere mai la fiducia in se stessi. Ecco un esempio: ho avuto in classe un bambino che conosce benissimo il mondo degli animali, tanto da essere un vero esperto, ma aveva molte difficoltà nell’imparare a leggere. Ho cercato subito di avvicinarlo a partire dal suo interesse. Gli ho portato immagini e libri da sfogliare e ho scritto per lui delle storie sul tema che lo appassionava. In tal modo si è creata un’apertura a livello profondo, che ha aperto la porta all’apprendimento.
D.: Che cosa intendete per sviluppo personale?
R.: Lo sviluppo personale è una materia in cui insegniamo ad esempio l’arte della concentrazione e della memoria, la coordinazione del corpo, come superare le emozioni negative e come dialogare con un amico quando sei in un litigio. Lo facciamo in tanti modi. Usiamo pratiche che vengono dalla tradizione orientale, come la meditazione e lo yoga, le affermazioni e la visualizzazione, che danno al bambino il senso della connessione, gli fanno sentire che se ha un problema deve cercare dentro la risposta. Poi utilizziamo tante tecniche evolutive sviluppate da studiosi occidentali, ad esempio la Brain Gym che costruisce e rafforza la base motoria dell’apprendimento e gli esercizi creati dalla dottoressa B. Bailey, che ha sviluppato un metodo per insegnare l’autocontrollo ai bambini, molto sintonico con il nostro sistema. Lo sviluppo personale quindi è una cosa molto concreta, perché diamo ai bambini degli strumenti pratici, ad esempio per trasformare le emozioni. Una bambina che pratica lo yoga con noi mi ha detto “Quando sono arrabbiata non mi sfogo, perché tanto non serve, ma faccio la posizione dell’albero e della montagna e mi calmo”. Ogni volta che si risveglia questa consapevolezza, il bambino diventa più espansivo e brilla di più anche nell’apprendimento, perché tutte le sue forze sono liberate.
D.: Come trovate il tempo di portare avanti il programma e curare lo sviluppo personale?
R.: Non sono due cose che si escludono, ma che si potenziano a vicenda. Un problema storico della scuola è forse quello contrario, cioè risiede nel chiedere concentrazione senza insegnare come coltivarla, oppure nel parlare di pace, empatia, tolleranza, ma solo teoricamente, senza dare le abilità per ESSERE realmente capaci di mettere in atto quei valori. Nella nostra esperienza il tempo dedicato alla cura delle abilità personali è un tempo di qualità che, ad esempio, migliora la conoscenza di se stessi, minimizza i problemi di comportamento e insegna come studiare meglio, con attenzione, perseveranza e metodo. Quando i bambini hanno queste capacità risvegliate non solo imparano meglio, ma addirittura scoprono di amare le materie e si impegnano oltre ogni limite perché si sentono connessi con la scuola. Mauro alcuni giorni parlava con i suoi studenti di valori e atteggiamenti e ha detto loro “Dovreste fare in modo di amare le cose che dovete fare, anche se non vi viene spontaneo…” Una sua alunna, con molte difficoltà nella matematica fino ad allora, è sembrata molto colpita. E ha iniziato a impegnarsi di più, migliorando giorno dopo giorno, fino a diventare capace anche di dare consigli agli altri. Quindi esiste una interconnessione positiva continua tra valori, materie e crescita umana.
D.: Come si trovano i ragazzini, quando si confrontano con scuole che hanno un approccio tradizionale oppure con le situazioni tipiche del materialismo del mondo reale?
R.: Il nostro sistema insegna abilità che rafforzano, i bambini ne escono più forti e sicuri di sé, non indeboliti. In effetti una scuola impostata su questi valori non risparmia ai bambini le prove e le difficoltà, è un’idea sbagliata che spesso si forma. Al contrario, è proprio incentrata sul potenziamento delle forze dei bambini e il superamento delle sfide, quindi insegna ai bambini come affrontarle e questo dà ai bambini una forza grandissima. Nessun problema viene lasciato, i conflitti si affrontano perché l’insegnante non usa il giudizio o il potere, ma semplicemente insegna ai bambini come comportarsi, anche in campi che spesso la scuola considera non di sua competenza. I genitori di un ragazzo che ha sperimentato con me questo stile educativo alla scuola primaria, ora è al liceo e sta portando gli atteggiamenti imparati nei rapporti con gli altri. Ad esempio si è impegnato a proteggere degli amici che subivano atti di bullismo, dicendo “E’ un mio compito, non posso far finta di non aver visto”. Quindi possiamo dire che per confrontarsi bene con il mondo non serve tanto la capacità di conformarsi, ma quella di agire coscientemente, influenzando positivamente gli ambienti in cui ci troviamo con i valori in cui crediamo. E i semi dei valori si piantano quando i bambini sono piccoli.