Quando i genitori si trovano a scegliere la scuola per i propri figli, si pongono domande su tanti temi importanti, tra i quali spiccano la preparazione culturale e l’attenzione al benessere interiore dei bambini. Sempre più famiglie cercano un equilibrio tra questi due fondamentali aspetti e hanno bisogno di elementi per capire come, nella pratica, la scuola risponde a questi bisogni. La Scuola per la Vita Equilibrata si fonda sulla crescita armonica di corpo, mente e anima. Nelle domande e risposte che seguono, emerse da un incontro con un gruppo di genitori interessati alla nostra scuola di Jesi, in provincia di Ancona, puoi farti un’idea di come mettiamo in atto i nostri ideali educativi.
Come lavorate con il singolo?
Dedichiamo molta attenzione a conoscere ogni bambino, quali sono le sue potenzialità e quali le sfide, in modo che nessuno debba essere confinato in definizioni limitanti, che descrivono solo le difficoltà. Se un bambino si sente inadeguato, come può migliorare? Usiamo la carta psicologica di Yogananda per avere un quadro del bambino, e periodicamente rinnoviamo l’osservazione, per vedere le conquiste. Ognuno cresce partendo dal punto in cui si trova e, grazie al metodo e alla nostra esperienza, possiamo guidare individualmente ogni bambino a evolvere nei vari campi, cercando di non far perdere mai la fiducia. Ecco un esempio: ho avuto in classe un bambino che conosce benissimo il mondo degli animali, tanto da essere un vero esperto, ma aveva molte difficoltà nell’imparare a leggere. Ho cercato subito di avvicinarlo a partire dal suo interesse. Gli ho portato immagini e libri da sfogliare e ho scritto per lui delle storie sul tema che lo appassionava. In tal modo si è creata un’apertura a livello profondo, che ha aperto la porta all’apprendimento.
Che cosa intendete per sviluppo personale?
Lo sviluppo personale è una materia in cui insegniamo, ad esempio, l’arte della concentrazione e della memoria, la coordinazione del corpo, come superare le emozioni negative e come dialogare con un amico quando hai litigato. Lo facciamo in tanti modi. Usiamo pratiche che vengono dalla tradizione orientale, come la meditazione e lo yoga, le affermazioni e la visualizzazione, che danno al bambino il senso della connessione, gli fanno sentire che se ha un problema deve cercare dentro la risposta. Poi utilizziamo tante tecniche evolutive sviluppate da studiosi occidentali, ad esempio la Brain Gym che costruisce e rafforza la base motoria dell’apprendimento e gli esercizi creati dalla dottoressa B. Bailey, che ha sviluppato un metodo per insegnare l’autocontrollo ai bambini, molto sintonico con il nostro sistema. Lo sviluppo personale quindi è una cosa molto concreta, perché diamo ai bambini degli strumenti pratici, ad esempio per trasformare le emozioni. Una bambina che pratica lo yoga con noi mi ha detto “Quando sono arrabbiata non mi sfogo, perché tanto non serve, ma faccio la posizione dell’albero e della montagna e mi calmo”. Ogni volta che si risveglia questa consapevolezza, il bambino diventa più espansivo e brilla di più anche nell’apprendimento, perché tutte le sue forze sono liberate.
Ma come riuscite a trovare il tempo per portare avanti il programma e curare lo sviluppo personale? Non c’è il rischio di perdersi?
Non sono due cose che si escludono, ma che si potenziano a vicenda. Un problema storico della scuola è forse quello contrario, cioè risiede nel chiedere concentrazione senza insegnare come coltivarla, oppure nel parlare di pace, empatia, tolleranza, ma solo teoricamente, senza dare le abilità per ESSERE realmente capaci di mettere in atto quei valori. Nella nostra esperienza il tempo dedicato alla cura delle abilità personali è un tempo di qualità che, ad esempio, migliora la conoscenza di se stessi, minimizza i problemi di comportamento e insegna come studiare meglio, con attenzione, perseveranza e metodo. Quando i bambini hanno queste capacità risvegliate non solo imparano meglio, ma addirittura scoprono di amare le materie e si impegnano oltre ogni limite perché si sentono connessi con la scuola. Mauro alcuni giorni parlava con i suoi studenti di valori e atteggiamenti e ha condiviso con loro un pensiero di Yogananda, che sintetizzo così: “Dovreste fare in modo di amare le cose che dovete fare, anche se non vi viene spontaneo…” Una sua alunna, con molte difficoltà nella matematica fino ad allora, è sembrata molto colpita. E ha iniziato a impegnarsi di più, migliorando giorno dopo giorno, fino a diventare capace anche di dare consigli agli altri. Quindi esiste una interconnessione positiva continua tra valori, materie e crescita umana.
Come si trovano i ragazzini, una volta usciti dalla vostra scuola, nel frequentare scuole che hanno un approccio tradizionale? E non si trovano in difficoltà nel confrontarsi con il materialismo del mondo reale?
Il nostro sistema insegna abilità che rafforzano, i bambini ne escono più forti e sicuri di sé, non indeboliti. In effetti una scuola impostata su questi valori non risparmia ai bambini le prove e le difficoltà, è un’idea sbagliata che spesso si forma. Al contrario, è proprio incentrata sul potenziamento delle forze dei bambini e il superamento delle sfide, quindi insegna ai bambini come affrontarle e questo dà ai bambini una forza grandissima. Nessun problema viene ignorato, i conflitti si affrontano perché l’insegnante non usa il giudizio o il potere, ma semplicemente insegna ai bambini come comportarsi, anche in campi che spesso la scuola tradizionale considera non di sua competenza. Un ragazzo che ha sperimentato questo stile educativo alla scuola primaria, ora è al liceo e sta portando gli atteggiamenti imparati nei rapporti con gli altri. Ad esempio si è impegnato a proteggere degli amici che subivano atti di bullismo, dicendo “E’ un mio compito, non posso far finta di non aver visto”. Quindi possiamo dire che per confrontarsi bene con il mondo non serve tanto la capacità di conformarsi, quanto quella di agire coscientemente, influenzando positivamente gli ambienti in cui ci troviamo con i valori in cui crediamo. E i semi dei valori si piantano quando i bambini sono piccoli.
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